lunedì 3 aprile 2017

I consigli del mese: marzo 2017, Jimi Hendrix tra i tanuki, demoni e fecce

Sono già al secondo mese e già faccio fatica a trovare un argomento di cui parlare in questo rubrica. Sì, avevo pianificato solo febbraio, sicuro di trovare novità in un mese, invece non è stato così. Per questo ho aggiunto una categoria piuttosto interessante. Quindi questa volta la lista sarà piuttosto corta, non ci sarà troppo di cui discutere, però almeno si tratta di roba interessante.

  • Shiori Experience
  • Uchouten Kazoku
  • Mogeko Castle, The Gray Garden e Wadanohara, 
  • Manga VS Anime episodio I: Kuzu no Honkai


Anche in questo caso, recupero un manga che avevo cominciato due anni fa, ma poi interrotto, nonostante mi piacesse, e mi piace ancora, tantissimo. Sto parlando di Shiori Experience: Jimi na Watashi to Hen na Ojisan e ora devo pensare a un modo per non far sembrare la trama una storiella divertente. Allora.
Shiori è una donna di ormai ventisette anni, amante della musica, però, quando dieci anni prima il fratello è fuggito di casa per diventare un chitarrista famoso, lasciando molti debiti alla famiglia, la sua vita non è più quella di prima. Ora insegnante con un'esistenza noiosa e senza sorprese, incontra il fantasma di Jimi Hendrix, il quale la possiede, dicendole che se, entro il suo prossimo compleanno, a ventotto anni, non sarà diventata famosa con la musica, morirà - chiaro riferimento al Club 27, ovvero quegli artisti che, pur famosi e tal grande talento, morirono a ventisette anni, come lo stesso Hendrix, Cobain o Morrison. Quindi, Shiori si ritrova a convivere con questo fantasma, in una corsa contro il tempo, dove non solo la vita dell'insegnante, ma anche quelle di molti ragazzi verranno messe in gioco.
A volte comica, a volte molto seria, questa storia si sviluppa tra le mura della scuola dove insegna Shiori, dove insegnanti ipocriti, star dei club sportivi, prepotenti e amanti della musica si riuniscono.
L'elemento portante, la musica, è rappresentato graficamente in modo spaziale. Anche senza delle vere e proprie canzoni di sottofondo, l'entusiasmo dei personaggi, i loro movimenti e l'accurata rappresentazione degli strumenti riescono a trasmettere al lettore dei veri e propri suoni, come se dalle pagine uscisse della sana musica rock anni '70. Ed è per questa passione che trasuda da ogni vignetta che sto amando alla follia questa storia, semplice, ma complessa, divertente, ma seria, assurda, ma reale.
È un manga molto valido e spero che in futuro arrivi una versione animata, così da farlo conoscere a più gente e, magari, farlo arrivare anche in Italia.

Poi sono agli sgoccioli con Uchouten Kazoku, anime del 2013 della P.A. Works, di cui tra poco partirà il sequel. Dico così, perché mancano tre giorni e ancora devo vedere gli ultimi quattro episodi e non credo di avere tempo a sufficienza. Aiuto.
Comunque.
Mi ha colpito molto la serietà e la visione molto pessimistica di essere fantastici e incredibili come i tanuki, capaci di trasformarsi anche in enormi montagne, ma molto indietro con i tempi, assoggettati all'epoca moderna e molto vulnerabili. Si ride e si scherza molte volte, però ha saputo colpirmi molto con la storia del padre prima e con tutti i dissidi tra famiglie per eleggere il prossimo capo dei tanuki della zona.
Molto serio, molto realistico per come vengono trattati i personaggi e gestite le situazioni, e bello. Nonostante sia semplice, mi ha preso fin da subito e lo sto adorando. Mi piace il protagonista e tutta la sua famiglia, adoro il maestro e anche Benten, per quanto sia un personaggio negativo fino a un certo punto - e poi Mamiko Noto mi fa innamorare di tutti i suoi personaggi.
Visivamente spettacolare, i paesaggi sono resi magnificamente, e dal character design molto particolare, è un'opera imperdibile, da recuperare subito in vista della seconda stagione!

Ora si parla di videogiochi, nello specifico di indie-games RPG, perché ultimamente ho riscoperto un creatore di RPG, Deep-Sea Prisoner, di cui ho in passato ho apprezzato davvero tanto The Gray Garden, il secondo videogioco prodotto.
Più che RPG, sono avventure grafiche, dove si interpretano vari personaggi, si combattono mostri in battaglie davvero semplici, e si affronta una storia, dove vari punti di vista si intrecciano, creando ogni volta una trama affascinante e interessante.
Quindi, Mogeko Castle - ora reperibile per lo più nella versione remake, senza battaglie, The Gray Garden e Wadanohara and the Great Blue Sea sono storia di tutto rispetto, molto particolari, dai personaggi ben caratterizzati, ognuno davvero memorabile, tra ambientazioni horror o completamente fantasy, queste storie mi sono piaciute tantissimo. Le consiglio caldamente agli amanti del genere, dove non c'è davvero molto da fare, se non seguire i personaggi in una stravagante avventura.
Sto aspettando con impazienza gli altri lavori di Deep-Sea Prisoner, annunciati per questi anni. Questi primi tre si trovano in molte lingue, dal giapponese - lingua originale, all'inglese, all'italiano, quindi sono fruibili per tutti i tipi di persone.
In più, Wadanohara ha anche una versione manga che leggerò a breve, se vi interessa!

Kuzu no Honkai è caratterizzato dalle riflessioni psicologiche dei personaggi, in un mondo quasi onirico, in bilico tra realtà e finzione, tra presente e passato. Un susseguirsi di rimorsi, rimpianti, scelte giuste e sbagliate, che colpiranno fin da subito il fruitore di questa opera. Quindi, con questa introduzione che probabilmente utilizzerò anche per la recensione vera e propria, cosa voglio dire? Semplicemente, questi pensieri e tutto il resto che ne consegue sono realizzati meglio nell'anime o nel manga, l'opera originale di Yokoyari Mengo?
Non mi serve il finale - qui arguirò solamente sulla godibilità - per dire che, senza ombra di dubbio, senza paura o pentimento, l'anime rende tutto più realistico, credibile, complesso e facile da digerire.
Infatti, tutta questa corrente di pensieri disarma e, leggendoli, divengono pesanti al punto di leggerli con velocità. Questo nel manga.
L'anime, invece, pur adattando ogni singola parola, rende tutto più interessante, grazie al lavoro dei seiyuu, i quali danno un tono diverso a ciò che si legge, donando più naturalezza, trasportando lo spettatore nei loro pensieri, anche grazie alla serie di immagini e scelte registiche più movimentate, come lo split screen. Ciò che il manga si limita a fare è piazzare battute su sfondo nero o bianco, oppure all'interno o all'esterno delle vignette, limitando molto la visione del tutto, che a questo punto si basa solamente sulle espressioni dei personaggi, di solito posizionati in un luogo completamente nero.
Questa differenza affetta anche la storia: leggendo il manga dopo aver visto l'anime e sapendo gli avvenimenti, ho trovato comunque la storia semplice e neanche troppo complessa, a differenza della versione animata. Se non avessi visto prima l'adattamento, probabilmente la storia non mi sarebbe piaciuta. E forse neanche Hanabi, che amo tantissimo. Io ho avuto queste sensazioni.
Differisce molto da 3-gatsu no Lion, il quale si sofferma sul flusso di pensieri di due o tre personaggi e, in entrambe le versioni, con dinamicità travolgente. Il manga, come l'anime, non lascia i personaggi sospesi nel vuoto, ma li posiziona in un luogo fisico, onirico, ma fisico, dove i pensieri dei personaggi sono vivi, udibili. Per questo, il manga di Kuzu no Honkai è inferiore all'anime: mi è stato difficile udire la voce dei personaggi attraverso le scritte, situazione che accade, invece, nell'anime, non solo perché i seiyuu parlano.
Quindi meglio l'anime? Sì, certo. È ben realizzato, molto fedele e coinvolgente, forse anche più commovente.
Non vorrei essere nei panni di chi ha letto un capitolo al mese per cinquantatré mesi il manga. Con capitolo così corti concettualmente non ce l'avrei mai fatta.
In questa situazione non vince l'opera originale. Troverò altre sfide in cui potrà accadere così, in altre potrebbe prevalere l'originale, altre volte potrebbero pareggiare, altre fare pena entrambe le versioni. Prenderò in esame opere concluse in almeno una delle parti, oppure già avviate da tempo, quindi, anche se ora mi vengono in mente solo sfide in cui vince l'anime, attendete grandi cose!


Questo marzo finisce in modo molto esiguo rispetto a prima. Non ho sempre molto tempo per leggere e quindi sono rimasto impantanato tra le pagine di Bakemonogatari parte 2 e ciò non mi ha dato il tempo di fare altro.
Neanche aprile non sarà molto pieno e maggio sarà vuoto, però spero di portare nuovi confronti tra anime, manga, ma anche drama, light novel, film. Mi piace fare questi confronti, perché non sempre l'opera originale è la migliore. Si vedrà, si vedrà.
Alla prossima,
Daddide.


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